venerdì 10 giugno 2011

Modelli e numeri

La nostra società che si basa sui numeri: le recensioni di film, dei videogiochi, le specifiche dell'ultima automobile o dell'ultimo smartphone. Nonostante il progresso stia rendendo sempre meno utile il top della gamma, il numeretto è ancora il metro principale che ci spinge a prendere decisioni. Semplifica, sintetizza, c'è a chi piace alto e a chi piace basso. Ma siamo sicuri che un numero possa bastare a sintetizzare qualcosa?

Ovviamente no.

Facciamo un esempio. La quota del mercato Mobile 2009-2010, presa in prestito da Wikipedia (si, non ho voglia di far nulla):


Proviamo a vederli da un'altro punto di vista. Ecco il fattore di crescita dei vari market nel bimestre 2009-2010:
La prospettiva è ribaltata. Nonostante abbia elaborato sotto un'altra chiave gli stessi dati.

Quali dei due grafici è corretto?

Entrambi!

I modelli sono ambigui perché al momento il mercato è ambiguo (e molto pericoloso). Grafici e statistiche sono ausili analitici molto sensibili al contesto e quasi mai proclamano verità assolute, per quanto possano sembrare professionali, chiari o corretti. Contestualizzati possono essere molto utili a prendere una decisione. Se diverse visualizzazioni degli stessi campioni di dati non arrivano a risultati analoghi, ad esempio, probabilmente lo scenario è molto meno chiaro di quanto non sospettassi inizialmente, i dati di partenza sono errati, oppure il modello non ha una interpretazione univoca.

Lo stesso tipo di discorso è applicabile alla progettazione software: nei grafici UML esistono diagrammi che modellano le stesse dinamiche ma in forme visive differenti (pensiamo ai Sequence Diagram e ai Collaboration Diagram). Essi sono stati concepiti proprio per visualizzare il problema da prospettive diverse al fine di evidenziare dei difetti di progettazione e di analisi, prima ancora di scrivere anche solo una linea di codice.

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