sabato 1 gennaio 2011

Pioneer One, la serie che sfida i grandi network

Internet è piena di paradossi. Succede che è stata lanciata una nuova serie di fantascienza su internet, Pioneer One, supporttata da VODO, una sito di jumpstarting che, utilizzando Bittorrent, promuove e distribuisce produzioni cinematografiche indipendenti sulla rete.


Bene. Succede che questa serie, scritta e diretta molto bene, al suo secondo episodio ha letteralmente infranto tutti i record di download dei serial TV sulla rete, incluso il softcore per benpensanti che non vedrebbero mai un porno che mica sono pervertiti (True Blood) o roba ancora più popolare e mainstream come la nuova serie del Dr Who (che quest'anno vede alla penna anche Neil Gaiman, quindi tenetela d'occhio). A dirci che Pioneer One ha battuto chiunque ci pensa l'autorevole voce di Torrentfreak. Non male.

Dove sta il paradosso?
Beh, innanzi tutto sta nel fatto che la serie è nata utilizzando Kickstarter, uno dei maggiori (se non il) siti di crowdfunding (ne riparleremo, visto che ho qualche esperienza in merito), che il pilota è costato 6.000$, che lo staff è ridotto al minimo, non ci sono middle manager strapagati che non si sa bene cosa facciano, non ci sono produttori stronzi che piazzano conoscenti nello staff, non c'è l'ufficio marketing che pensa di essere la produzione esecutiva, non esistono le pachidermiche politiche aziendali che rispondono solo al bisogno degli azionisti di ricavi in tempi brevissimi. Tutto questo si traduce in costi molto bassi e rischi quasi nulli, visto che il crowdfunding ha già stabilito che c'è un pubblico interessato, tutto questo al costo di un post su internet. Niente azzardi o carriere rischiate per promuovere un'idea dal futuro ignoto su cui al massimo si possono fare supposizioni.

Poi ovviamente c'è un altro paradosso: il mondo fuori da Internet non sa nemmeno che la serie esista, nonostante sia la più vista al mondo. Non è un grosso problema: sono una minoranza, troppo impegnata a seguire i palinsesti della pay-TV. Ormai sono andati, vecchi come il mondo in cui vivono, votano e supportano.

Ora più che mai la società si sta spaccando: c'è un vecchio e costosissimo modo di fare le cose, intrappolato in una rete generazionale di relazioni consolidate e autoreferenziali, ed un nouovo modo, supportato e governato dal basso, dove non si deve prevedere se qualcosa piacerà alla gente, visto che è la gente stessa che decide.

E' per cose come queste che ancora ho fiducia nel futuro dei miei figli.

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