martedì 23 agosto 2011

Le stranezze del mercato Tablet

Il mercato dei Tablet è diventato anomalo, per essere una frontiera tecnologica emergente di sicuro successo. E' qualche mese che Gamasutra sensibilizza i suoi lettori con una serie di hard facts su queste anomalie. Per l'estate è stata la volta di un'analisi molto approfondita di ABI Research che ha risvolti quasi criptici, confermando molte cose ma mettondone in discussione tante altre. Cerco di fare un riassunto più o meno esaustivo dei punti salienti, visto che i paper completi sono ad accessibilità limitata e non tutti possono leggerli gratuitamente.

Si parte da quella che è stata la brutta sorpresa dall'anno: nonostante il lancio di iPad 2 Apple perde il 20% del market-share senza una concorrenza credibile da parte di Android, tanto da dover correre legalmente ai ripari e accelerare sul suo successore (di nuovo).

Altro aspetto anomalo (che la ricerca spiega ma che Gamasutra trascura nel suo commento per concentrarsi su altro) è che nonostante se ne parli moltissimo, l'indice di crescita di tutto il mercato dei tablet è in contrazione piuttosto evidente e sotto le aspettative. Ma cresce (ndr.: ringrazio Carlo Ferino per avermi fatto notare l'ambiguità della frase). Con un'alta volatilità di previsione dovuta all'incognita dell'arrivo sul mercato di Ice Cream Sandwich tra qualche mese.

E' ora del piano B! E anche del piano C!
Ma come può un sistema altamente immaturo come Android 3 contendere quote ad un sistema solo parzialmente immaturo come iOS?

Una delle ipotesi più accreditate è che i Tablet non siano visti come piattaforme software ma piuttosto come dei semplici browser potenziati, sbilanciando l'attenzione dell'utente sull'utilizzo dei contenuti web, funzionalità che mette Android 3 nella posizione di poter competere anche senza una softeca. Ci sono tantissimi segnali che fanno credere questo, uno dei più concreti è che gli utenti smettono quasi subito di usare il 3G e i market, in particolare se hanno uno smartphone. Il tablet quindi sarebbe più un browser da salotto, con buona pace dell'industria dell'intrattenimento, che si aspettava altri numeri.

L'analisi fa un'ulteriore ipotesi, quella della percezione del Tablet come piattaforma complessa da gestire e frammentata tra diversi produttori e standard. Manca il concetto di Tablet inteso come classe di prodotto, il motore alla base di quella che fu la rivoluzione del PC negli anni '90: tutti potevano averne uno e tutti erano certi che avrebbero avuto software e supporto, indipendentemente da marca e modello. Era una specie di investimento. Al momento la spettacolarizzazione delle versioni, il rilascio di prodotti e revisioni a ritmo serrato stanno ledendo l'immagine di quello che per molti è un elettrodomestico con gli svantaggi di un'amministrazione da computer. Si sta spaventando gli utenti con una complessità inaccettabile, creata per indurre obsolescenze artificiali ma spesso controproducenti (Android 3 e iPad 2 insegnano).

Bisogna essere miopi per non vedere la sfiducia generalizzata tra i produttori del settore: Apple derubrica l'underperfoming iPad 2 con un nuovo, meraviglioso prodotto, mentre torna sui computer di cui aveva annunciato la morte solo sei mesi prima (nonostante i trend di crescita costanti); HP e Motorola escono dal mercato ancora prima di iniziare la battaglia; gli altri produttori iniziano la guerra sul numero dei core, senza avere un software o interfacce in grado di trarne vantaggi; chi fa software torna sul web con HTML 5 per limitare i costi, non riuscendo a piazzare abbastanza App native; infine, tutto questo pessimismo sul futuro lascia persino spazio a previsioni francamente fantasiose e troppo profetiche sul conto di Windows 8, che secondo alcuni potrebbe rappresentare proprio quell'alternativa matura, completa e adatta a tutte le esigenze che al momento manca. In fondo i tablet li hanno inventati loro.

Di certo è che oggi anche usare un semplice social network sulle tavolette, indipendentemente dal sistema operativo, vuol dire dover costantemente scontrarsi con limiti di interazione e gestione dei contenuti francamente inaccettabili, radicati su un concept ormai vecchio ed inadatto al Web 2.0. Limiti sempre più concreti anche per l'utente medio, che stanno castrando le enormi potenzialità di questi dispositivi. Costringendo anche Joe Superbowl ad avere sempre un computer a portata di mano, perché altrimenti non paga le bollette o non è detto che possa prenotare i posti al cinema.

7 commenti:

  1. Questi analisti della domenica si sono dimenticati che il calo di supporto è colpa dei Giapponesi a cui lecchi il culo. E' chiaro che Apple deve far uscire subito un altro iPad: i mesi di attesa per le nuove scorte lo anno fatto scordare alla gente e se la gente non lo compra non esce software. Dovrebbero chiedergli i danni. Ho aspettato due mesi per il mio preordine.

    Sul nuovo hardware si dicono cose pazzesche: forse sarà quad-core, sicuramente Retina. Il supporto wide-screen sulla TV sarebbe il massimo. I pezzenti con Android non ce la faranno mai si rilassino pure ora che possono gioire

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  2. Una revisione hardware per aggiungere il wide-screen sulla TV?

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  3. Ma a che serve un tablet?
    A livello casalingo, se uno ha già un note/netbook?
    A livello lavorativo, se bisogna ogni volta tornare in ufficio per sincronizzare il tablet con il pc?
    Fleym

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  4. Il tablet mi sarebbe molto utile per leggere ovunque ebook e slide, leggere articoli su internet (prima che il mio Vivaz morisse, lo usavo a questo scopo durante il viaggio in treno - due ore complessive a/r), scrivere testi al volo, consultare mappe con un display di dimensioni soddisfacenti, scattare qualche foto e così via...

    Il notebook è troppo pesante e non ha una batteria che dura abbastanza (solo 2h40' rispetto alle oltre 5-6 di un normale tablet), il netbook non ha l'usabilità di un'interfaccia touch che sinceramente prediligo per molti scopi (in fase di lettura, ma non di scrittura ovviamente).

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  5. Ciò detto, credo che l'analisi di Matteo colga il punto: l'offerta è troppo dispersiva per l'utente medio. Inoltre, i tablet soffrono ancora di quella sindrome di feticcio tecnologico che affligge qualsiasi nuova soluzione agli albori. Non dimentichiamo, però, che sono in scena da pochissimo tempo, e forse le previsioni erano semplicemente troppo ottimistiche...

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  6. Io li trovo molto comodi ma non per gli usi per cui li vendono... ormai faccio un'utilizzo di contenuti "pesanti" per i tablet che anche solo scrivere su G+ o Facebook e limitarsi quasi ed esclusivamente al testo sa un po' di vecchio. Ho una bozza di recensione sui software per leggere i fumetti su tablet ferma da settimane perché lavorare con l'embedding dei filmati e copiare ed incollare link è un delirio...

    Detto questo, proprio oggi è uscita una bella ricerca che rende i Tablet il device numero uno al cesso: http://www.networkworld.com/news/2011/082311-tablets-bathroom-250009.html

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