martedì 3 maggio 2011

Lost fa cagare. Lo ha detto George Raymond Richard Martin


Il giorno dopo l'ultimo episodio di Lost l'opinione condivisa da tutti era che la serie aveva avuto un finale magistrale. Un mese dopo fioccavano interpretazioni apocrife per mettere a posto le evidenti incoerenze. D'altronde quando imposti decine di episodi su dialoghi tipo: "Dimmi ciò che sai!"; "Mai! Gli altri mi uccideranno!"; "Allora ti uccido io! Dimmi chi sono gli altri!"; "Giammai! Morirei!" e non si sta girando un episodio di Boris, aspettarsi dei buchi è il minimo. Dopo qualche mese l'opinione più accreditata è diventata quella del finale debole alla tarallucci e vino. Non è un caso: una sorte simile era accaduta anche a X-Files. Con l'impatto sociale che perde importanza, criticare (che non vuol dire necessariamente disprezzare) l'evento diventa lecito e consentito dalla pubblica morale.

Ecco quindi che anche persone pubbliche e giornalisti (che sopravvivono con il favore del pubblico) colgono l'occasione per dire la loro sul tema. Dopo gag televisive e siparietti comici sull'argomento, anche George Raymond Richard Martin si getta nella mischia, ringalluzzito dal fatto che grazie alla TV finalmente ha un successo editoriale proporzionato alla qualità dei suoi ultimi romanzi.

Proprio parlando dei suoi romanzi fa un paragone molto negativo con Lost:
"Continuavo a seguirlo ed ero affascinato. Continuavano a introdurre queste cose e pensavo di sapere dove stessero andando. Poi inserivano qualcosa di nuovo e io cambiavo idea. Lo seguivamo ogni settimana e cercavamo di immaginare la conclusione, più andavamo in profondità e più pensavamo sarà meglio che abbiano in mente qualcosa di buono per il finale, che ci sia una degna conclusione. E mi sono sentito tradito quando siamo arrivati alla fine [..] Cosa succede se rovino tutto alla fine? Se rifilo un Lost al pubblico? Mi verranno a cercare con forconi e torce. [...] Per quanto abbia trovato insoddisfacente il finale, il resto della serie ha raggiunto vette molto alte"
L'abuso dei plot device non è nuovo in serie senza un piano (ancora torna alla mente X-Files) e Lost, checché ne dicano i fan irriducibili, non ne hai mai avuto uno (un momento di silenzio per le tristi stagioni il cui l'esito degli episodi era deciso dal pubblico), annegando personaggi e situazioni di altissima qualità in una big picture assolutamente incoerente e debole. Che poi è un problema di tutte le serie di lungo corso che non abbiano un processo creativo molto focalizzato (come Doctor Who, ad esempio).

Poi è chiaro che Lost, nell'essere intrattenimento di massa ha raggiunto il suo scopo e forse non è da escludere che il tono didascalico, ripetitivo e inconcludente delle sue sottotrame sia stato un ausilio all'arrivare all'audience di massa, che spesso è più interessata all'evento che ai contenuti: gli spiegoni che davano un senso di superficiale risoluzione alle cose erano un ottimo spunto di conversazione proprio perché lasciavano dozzine di particolare irrisolti e facevano credere allo spettatore di poter giocare al detective.

Anche se non era vero.

4 commenti:

  1. Lost é una serie che mi ha deluso moltissimo nelle ultime 2 stagioni. Il finale lo trovo una puttanata colossale per strappare le lacrime di persone che hanno perso ore e ore della loro vita a stare dietro a forum,arg, teoria, seghe mentali etc..

    E sinceramente tutta questa introspezione dei personaggi forzata, queste 50 persone tutte con passati tormentati mi hanno rotto i coglioni alla terza stagione.

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  2. Già lo dissi, ma lo ripeto: sapevo come lavorava J.J. Abrams e con quale filosofia si muoveva (ne ebbi conferma guardando Mission: Impossible III). Per questo, sapevo che la sua serie non sarebbe pervenuta a una conclusione degna.

    ... e allora non l'ho mai seguita =)

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  3. Io non penso il problema sia stato il finale... Anzi, l'ho trovato piuttosto bello (soprattutto la parte in cui Ben finalmente ha il suo momento di gloria diventando il braccio destro del "nuovo Jacob")... Negli episodi finali non mi ricordo ci fossero grossi buchi o salti logici.

    Il problema è invece che tante cose che avrebbero potuto spiegare prima del finale sono state completamente dimenticate durante la serie. Abbiamo avuto stagioni intere col dramma di "Le donne che rimangono incinte sull'isola muoiono se non riescono ad andarsene" e poi superata la crisi non se ne è saputo più assolutamente nulla. Ci sono rimasta male, ma questa era una cosa che non potevano (e non dovevano) spiegare nel finale. Bastava si inventassero una balla plausibile in qualche momento delle stagioni precedenti.
    Questa è la mancanza più grave, secondo me, ma sicuramente ce ne sono diverse altre... Qualcosa in più sulla resurrezione di Sayid ci sarebbe stata bene, ad esempio.

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  4. Forse Lost pensa lo stesso di George Raymond Richard Martin

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