mercoledì 19 gennaio 2011

Il Times ti fa giocare con la spesa pubblica USA

Oggi Richard Garriott ha linkato uno strano diagramma con un laconico: "Ecco il mio piano economico per gli Stati Uniti" e mi sono incuriosito.

Il Times ha realizzato un semplice giochino a prova di imbecille per semplificare la spiegazione dei cambiamenti che la spesa pubblica sosterrà nei prossimi 20 anni e quali sono i punti chiave su cui si può intervenire per risanarla.


Il gioco di per sé è molto semplice: ci sono due matrici di quadratini. Una rappresenta la spesa pubblica del 2015 ed una quella del 2030. Ogni quadratino rappresenta 1 miliardo di dollari. Proprio sotto il grafico c'è un elenco di voci di bilancio suddivise per categoria, con i ricavi relativi ai tagli proiettati al 2015 e al 2030. Il lettore sceglie dall'elenco le voci che vuole tenere in considerazione ed il diagramma si colora di conseguenza. L'obiettivo è pareggiare (rendere tutto blu) i due diagrammi.

Alcune decisioni sono piuttosto ovvie e danno una resa immediata di quanto alcune scelte politiche degli Stati Uniti incidano sulla qualità della vita dei suoi cittadini. Le ingerenze sotto forma di aiuti o interventi militari, infatti, producono dei costi molto elevati ed eliminarle (o più realisticamente ridurle) genera grossi vantaggi per il cittadino americano. Per non parlare delle spese per nuovi armamenti o per lo sviluppo di armi nucleari e spaziali.

Apparentemente sembra molto semplice arrivare ad una soluzione alzando pochissimo le tasse e licenziando un po' di impiegati statali, riducendo al minimo i costi di ricerca, salute e difesa. Il problema non è solo contabile, però. Alcune delle scelte palesate indebolirebbero pesantemente il prestigio e la potenza militare degli Stati Uniti, nonché la sua stessa società. Provate a vedere se sia più conveniente tassare le successioni patrimoniali sopra o sotto i 250.000$. Insomma, la questione è molto più complessa di quello che sembra. In linea generale le decisioni strettamente contabili non sbagliano mai, bisogna solo sperare che dopo aver subito le conseguenze dei tagli ci sia ancora qualcosa per cui valga la pena di fare un bilancio.

Il Times non vuole fornire una soluzione realistica. Il suo intento è chiaramente quello di rendere cifre molto grandi più concrete per il lettore medio e lo fa con originalità, invece di usare le solite semplificazioni rapportandole ad un concetto fisico più familiare, come una distanza o un lasso di tempo.

Non è la prima volta che il Times, negli ultimi anni, suggerisce ai suoi lettori che il futuro dell'America è insostenibile secondo i canoni dell'economia tradizionale. La sua redazione è convinta che ci siano solo due scelte: una nuova guerra d'espansione (e Wikileaks ha ampiamente confermato questi timori) oppure una radicale riforma economica e sociale più in linea con le esigenze della società moderna (e non è detto che la soluzione sia l'idilliaca società di Star Trek, purtroppo).

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