Nel 2008 è partita un'inziativa volta a misurare ed incentivare lo stato dei servizi elettronici della PA Europea (e limitrofa), considerando i 12 servizi basilari per i cittadini e gli 8 principali servizi per le aziende erogati dai singoli governi europei. Nel 2009 eravamo uno dei fanalini di coda, con appena il 70% del carnet dei servizi coperti.
La statistica non mi stupisce affatto: nel 2005 fui uno degli architetti software del Progetto PEOPLE, una rete integrata per le amministrazioni comunali Italiane, volto a standardizzare tutti quei servizi al cittadino comuni alle varie amministrazioni (come il cambio di residenza, il pagamento delle tasse e della previdenza e così via). I comuni non sempre la presero bene. Quelli piccoli lamentavano la necessità di avere un'infrastruttura informatica complessa e dispendiosa e di non poter effettuare le pratiche elettronicamente con mezzi più semplici, come le E-Mail. Se avete solo vissuto in una grande metropoli vi sembrerà strano, ma nel mio comune di residenza (circa 50.000 abitanti) si fa una carta d'identità o una denuncia in circa 20 minuti (fila e procedura inclusa), è chiaro quindi che con un così alto livello di servizio è difficile trovare una giustificazione valida a mettere su una infrastruttura IT. A Roma, invece, potevo impiegarci anche 4 ore. Inutile dire quale delle due tipologie di comune aderì al progetto pilota del 2005.
Fortunatamente dal 2010 ogni cittadino o impresa europea ha diritto ed accesso ad una casella di posta elettronica certificata messa a disposizione dallo stato che semplifica di molto le cose. I grandi comuni mettono a disposizione comunque portali per erogare i servizi al cittadino (basta gironzolare per quello di Roma), i piccoli si accontentano di una casella certificata a cui i cittadini possono inviare moduli, certificati e domande dal proprio PC senza recarsi nemmeno allo sportello. Un ottimo compromesso, in particolare per noi Italiani che abbiamo una discontinuità nelle densità abitative molto grande. La mia ultima richiesta di passaporto ha richiesto l'invio di un paio di mail e mi ha fatto ricevere tutto a casa esattamente una settimana dopo. Le pratiche fatte di persona al commissariato richiedono ancora attese molto più lunghe. E' anche più efficiente effettuare un reclamo o un sollecito: tutta la procedura è tracciata e certificata e nessuno può permettersi di inventare scuse sul perché una pratica non sia stata svolta.
Questo Febbraio la UE ha divulgato gli ultimi risultati sul monitoraggio dei servizi pubblici telematici e c'è stata una piacevole sorpresa:
La disponibilità online di 20 servizi pubblici fondamentali, come il registro automobilistico, la dichiarazione dei redditi o la registrazione di una nuova impresa, ha raggiunto l’82% nell’intera Europa ed è quindi notevolmente aumentata rispetto al 69% del 2009. I migliori risultati sono stati conseguiti in Austria, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo e Svezia, in cui tutti questi servizi fondamentali sono integralmente disponibili online. Nell’ultimo anno sono stati constatati notevoli progressi nella messa a disposizione di servizi elettronici in Bulgaria, Italia e Lettonia. Dalla relazione risulta che i servizi a disposizione delle imprese sono più avanzati di quelli forniti ai cittadini.
Il grafico è ancora più esplicativo:
Siamo la seconda colonnina, quella che dal 2009 al 2010 ha recuperato di più (il 30%) arrivando al 100% di copertura, entrando di diritto nella Top 5 delle PA informaticamente più evolute.
Quindi tutto OK nei principali paesi UE? Mica tanto.
Spesso i servizi ci sono ma sono scarsamente pubblicizzati o sponsorizzati dal personale pubblico. Se provate a parlare con l'addetto ad uno sportello vedrete che questo tipo di servizi è visto come una minaccia all'occupazione. In Francia, Germania, Olanda ed UK ci sono state pubbliche manifestazioni contro l'informatizzazione dei servizi pubblici (questo spiega i loro livelli di servizio misurati nel 2010), anche perché le loro PA sono già state costrette a grossi tagli e licenziamenti durante la crisi del 2009-2010 e molti dipendenti vedono l'iniziativa come un pretesto per sfoltire ancora.
Un altro problema è che spesso i siti delle PA sono troppo complessi e spesso spezzettati sui vari enti di competenza, non permettendo agli utenti di avere un focal point in cui svolgere tutte le pratiche. Focal point che diventa molto utile quando il cittadino deve effettuare una procedura burocratica fuori dalla sua consueta routine.
Sono curioso di sapere perché i giornali sono pronti a schierarsi a livello internazionale per parlare dei disservizi assortiti delle varie istituzioni e non spendono mai delle parole quando qualcosa funziona. Una maggiore esposizione mediatica di certe notizie potrebbe anche incentivare l'utilizzo di tali servizi, che in generale è ancora molto basso.
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