domenica 5 giugno 2011

LinkedIn e la borsa



Essendo uno dei servizi più vecchi del web 2.0 (risale al 2003), LinkedIn è arrivato ad un punto critico del suo ciclo vitale: il lancio in borsa. La storia è la solita: profitti sproporzionatamente bassi rispetto al fatturato (15M$ su 330M$) che esponevano la società ad un grosso rischio ma con il resto dei conti sostanzialmente in ordine. L'unico modo per rilanciare l'azienda era quotarla pubblicamente, nella speranza che una nuova iniezione di capitali permettesse di uscire dalla stagnazione degli ultimi anni.

Come sta andando?

Giudicate voi:


L'azienda ha perso già quasi il 17% dei 3B$ di quotazione iniziale in appena due settimane. Tre miliardi di dollari. Per dare una dimensione alla quotazione si può immaginare che con i ricavi attuali LinkedIn ci metterà 200 anni per accumulare quella cifra. Non che ci sia una relazione diretta tra le due cose, ma di sicuro c'è una certa sproporzione.

Nonostante una parte consistente delle azioni fosse stata ceduta privatamente e ad un ottimo prezzo (45$/a) a JPMorgan, Bank of America e Morgan Stanley, gli investitori hanno deciso di capitalizzare subito dopo il lancio del titolo a 100$/a, frenandone l'apprezzamento. LinkedIn dalla vendita privata delle quote aveva guadagnato solo 350M$, una cifra molto meno importante degli oltre 500M$ persi sin'ora.

Chiarimento: molti siti generalisti hanno riportato che il valore di LinkedIn sia raddoppiato durante il primo giorno di borsa. In realtà è stato usato come riferimento il valore presentato agli adesori d'investimento (i fatidici 45$), che non è un valore stabilito dal mercato e quindi non può essere usato per fare paragoni sull'andamento del titolo. LinkedIn ha aperto al prezzo massimo di vendita di 98$. Non c'è niente di strano o eccezionale nel fatto che un titolo venga immesso sul mercato ad un prezzo più alto del suo valore reale (questa pratica si chiama underpricing). Il margine massimo di apertura di un titolo è calcolato sulla base di alcuni criteri di rischio ed è logico che sia più alto del valore effettivo dell'operazione (si va in borsa per vendere)! Quello di LinkedIn è piuttosto basso rispetto alla media.

5 commenti:

  1. Ma i +43 dollari allora chi se li è intascati???

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  2. E' semplice: quelli che avevano quote azionarie al momento dell'entrata in borsa e le hanno messe in vendita.

    Per aziende così grandi questo vuol dire i proprietari e i vari soci di minoranza; i creditori che hanno investito sino a quel momento (comprando azioni e quindi quote dell'azienda stessa); gli adesori d'investimento a cui sono girate consistenti quote per sostenerle e promuoverle ai piccoli risparmiatori durante il lancio pubblico (le tre finanziarie di cui sopra); parte dei dirigenti che hanno avuto azioni come benefit; etc...

    Sono esclusi da questo guadagno iniziale gli investitori esterni che acquistano il titolo in borsa e... l'azienda stessa!

    Le azioni rappresentano il capitale sociale a disposizione dell'azienda ma non garantiscono che essa non possa essere penalizzata da alcune operazioni di speculazione successive alla quotazione pubblica...

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  3. Ora capisco perché i grafici di borsa sono negativi ma su alcuni giornali avevo letto di un raddoppio miracoloso... Se arriva sotto i 45 chiudono?

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  4. Vedremo tra 2-3 mesi. Magari lo fanno tornare su.

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