L'ultima volta che si è parlato di Digg è stato lo scorso Ottobre, quando il sito di social bookmarking (o crowdsourcing, quando faceva comodo) si è visto costretto a licenziare il 37% dello staff, CEO incluso.
Nel 2008 le notizie su Digg facevano questi numeri:
Qualcuno parlava della fine delle agenzie di stampa perché era chiaro che le masse avrebbero svolto un lavoro migliore e gratuito. Il che, sulla carta, era vero. Il problema delle masse che lavorano gratuitamente, però, è che devono essere costantemente gratificate e vedere un numeretto su un sito salire è un modo un po' effimero per motivare sul lungo termine la forza lavoro.
Oggi questi sono i numeri di Digg:
Ad essere cattivi possiamo dire che se la gioca con l'italiano OKNotizie. In realtà è molto peggio, visto non c'è paragone tra le due basi d'utenza potenziali.
Il problema del crowdsourcing è che chi ne parla ancora non sa rispondere alla domanda più banale: quando non è più di moda lavorare gratis per un social media, cosa succede?
A giudicare dalla homepage di Digg, non riesci nemmeno più a vendere i link sponsorizzati.
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