ComScore ci fa sapere che oltre il 95% dei contenuti editoriali si leggono ancora da computer. In realtà non è una novità: quei i numeri sono lì da sempre e qualsiasi professionista li ha sempre avuti a portata di log, ammesso che abbia realmente lavorato sul web negli ultimi due-tre anni o che abbia fatto il suo lavoro a modino.
Ecco una infografica che dimostra il peso dei vari settori tecnologici nell'accesso ai contenuti editoriali oggi:
Se chi vi ha promesso di fare fortuna sui Tablet non vi ha mostrato qualcosa del genere siete in grossi guai! |
Il dato stride con certe prese di posizione radicali (ma anche un po' mercenarie, ammettiamolo) di alcuni mezzi d'informazione. A fare la parte del leone ci si è messo Wired, che un anno fa profetizzava la fine del web, dando per scontato che l'effimero boom di accessi da iPad (due mesi dopo oltre la metà non andava più sul web quotidianamente) sarebbe continuato per sempre. Non poteva fare diversamente: il suo editore aveva appena lanciato una campagna molto aggressiva sui device Apple. Campagna che oggi è un mezzo buco nell'acqua.
Anche Gawker Network ha creduto al futuro disegnato dal marketing e in qualche mese ha lasciato a casa un terzo della sua utenza (con grandissimi danni economici) decidendo di ridisegnare tutti i suoi blog in una chiave troppo tablet-centrica.
Il problema è sempre lo stesso: il marketing non deve occuparsi di strategie. Non è il suo lavoro e non possiede il background per essere efficace oltre il breve termine.
Per la cronaca: Ars Ludica, ha il 2,8% degli accessi mobile (700 utenti unici o 28.000 acessi all'anno), con Android che ha già marginalizzato iPhone e si appresta a scalzare iPad dal primo posto per poco meno di qualche dozzina di utenti. Perfettamente in linea con le medie mondiali.
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